Gianluca Testa – Nomade digitale

“Nomade digitale” di Gianluca Testa si contraddistingue, tra l’altro, per semplici fraseggi o refrain di chitarra che talvolta si mischiano con impressioni electro che rendono il tutto tanto dreamy, tanto soffuso. Esempio di queste parole appena pronunciate è “Licenza bambino”, un pezzo con refrain tanto indovinati.

Le sonorità sono alternative pop, quell’alternative pop che sta spopolando in questi tempi nelle terre italiche. Tanti sono i nomi che ci vengono in mente: Motta, Giorgio Poi, Frah Quintale, Calcutta etc.

L’autore presenta il suo disco con queste parole:

Disco cantautoriale di facile appeal per un’ironica e fresca visione del mondo, qui raccontata come ponte tra passato e futuro e snocciolata attraverso canzoni che parlano di quotidianità, di amori, di semi di vita che possono sbocciare e di percorsi da ricostruire. Un concept album psichedelico in cui il protagonista, giunto ad una fase di transizione della sua vita, decide di mollare tutto per iniziare un viaggio dell’eroe fisico e interiore. Visionario e spiazzante flusso di coscienza, Nomade digitale è sempre in bilico tra fluente rap narrativo e aperture pop accattivanti, arrangiamenti perfettamente orchestrati in cui convivono psichedelia, ballate malinconiche, echi beatlesiani, graffianti impennate nel rock e sofisticate incursioni jazz che lo rendono una preziosa stella solitaria nell’omologato cielo musicale contemporaneo, un piccolo gioiello al di fuori dei tempi e delle mode.

Ebbene il facile appeal è una delle caratteristiche dell’alternative pop di cui sopra accennato e le canzoni parlano di esperienze di tutti i giorni: il mondo nel quale viviamo che è un universo tutto da esplorare anche nelle sue cose più banali.

“Nomade digitale” già dal titolo ci fa capire gli intenti dell’autore: una sorta di “radiografia” dell’uomo contemporaneo che vive tra i flussi digitali tutti i santi giorni. Il viaggio sonoro di Gianluca Testa, attraverso indie rock, dream pop e cantautorato italiano, arriva ad una mistura alternative pop che si sposa a meraviglia con la sua capacità di scrittura notevole(sia songwriting che testi) e con il suo estro di “viaggiatore” dell’epoca nella quale vive, un osservatore mai distratto dell’antropocene.

“Melancolia” con archi e piano è forse il simbolo di questo album: semplicità sonora, melodie che spiazzano il nostro cuore, armonie vellutate, uso magistrale del cantato. “Day after” ci colpisce per il beat e per pattern sempre tanto pieni di appeal. In “Nomade digitale” la peculiarità che rende il nostro artista diverso dagli artisti alternative pop del momento è sicuramente il suo modo tutto personale di usare la “psichedelia”. Dopo “Day after” di Gianluca Testa si può scrivere un nuovo capitolo dell’alternative pop italiano…

“Riflessologia plantare” spicca per le sue striature rock ruggenti. “Piedimonte” spicca per la sua verve a tratti jazzata a tratti dreampop. Ecco altra singolarità che rende il disco di Testa unico: il suo saper fondere generi diversi fra loro creando un pastiche ben congegnato e quantomeno eccentrico, elegante, sofisticato.

Poi alcune soluzioni melodiche restituiscono canzoni che sono come nenie dolci per la nostra anima, anima travagliata dallo stress quotidiano. C’è bisogno di risvegliare il fanciullino che è dentro di noi, c’è bisogno di risvegliare la spensieratezza e Gianluca Testa, cantore tanto appassionato, ci porta col suo “Fortunadrago” nell’immensità del quotidiano come della nostra immaginazione.

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