Franco Giaffreda – Apologia di un destino comune
“Apologia di un destino comune” è il nuovo album dell’artista in carriera Franco Giaffreda che racconta di un periodo comune a tutti noi, dal punto di vista di 3 persone: quello dell’emergenza per il Covid-19. La particolarità di questo album è che l’artista lo ha scritto nel tempo record di un solo mese, chiuso, come tutti a casa con la sola possibilità di “strimpellare la chitarra”, per riprendere le parole dell’artista nella canzone “Di chi è la colpa?”. L’obbiettivo dell’album è mettere in risalto quanto la situazione abbia stravolto le vite di tutti e fare anche una riflessione sui momenti che sono stati persi e che prima dell’emergenza venivano dati per scontati.
Il concetto è chiaro da subito; l’opener “2020”, infatti, vuole già offrire all’ascoltatore un argomento chiaro e mirato, di un anno che nessuno potrà mai dimenticare. Da apprezzare particolarmente il fatto di offrire la prima canzone dell’album a una parte totalmente strumentale, esordendo in modo melodico, per poi rompere la tranquillità con la forte presenza della chitarra elettrica, come a volere annunciare la catastrofe imminente, una sorta di quiete prima di una grossa tempesta.
L’album procede in forte chiave hard rock con la canzone “Contro corrente”, dove però, possiamo sentire sin da subito la voce dell’artista che sembra portare l’ascoltatore a interrogarsi sulla propria vita, sul tempo sprecato, cercando un senso anche nel più banale “alzarsi la mattina aspettando che presto arrivi la sera”.
L’album procede coerentemente sia a livello stilistico sia a livello testuale con la canzone “Oltre la tempesta”. In questo testo e in tutto l’album possiamo sentire i vari generi che hanno sempre caratterizzato lo stile musicale di Giaffreda, partendo da un forte hard rock per andare verso un rock più progressivo.
Con “Niente ha più senso”, si ha l’impressione di immergersi letteralmente nella situazione descritta. E’ da apprezzare come la malinconia dell’autore riesca ad arrivare perfettamente grazie a strumenti come il basso, la chitarra elettrica e la batteria. Ogni ascoltatore può, anche in minima parte, riflettersi in questa canzone, ricordando tutti i momenti di distanza dagli affetti più cari, rivivendo tutti i momenti in cui “Nulla aveva un senso”. Prosegue la malinconia nella canzone “Solo le nuvole”, dove è da apprezzare l’iniziale accordo di pianoforte e la netta contrapposizione tra il passato (riferendosi a prima dell’emergenza) e il presente. Riprendono quanto detto la canzone e “Incredibile realtà”, dove possiamo anche notare il prezioso featuring di Michael Marring, e “Relegati”.
Nella canzone “Ma di chi è la colpa’”, il cantante vuole capire “se tutto questo è naturale”. Appare nelle sue parole anche la frustrazione e la ricerca disperata di una motivazione, tema che emerge nella frase “Se la colpa è di qualcuno io comincio a sparare”. E’ importante notare il linguaggio dell’artista, che utilizza parole molto semplici ma molto dirette, di linguaggio comune e argomentazioni quotidiane; si tratta di uno stile versatile e diretto ad ogni genere di ascoltatore, dall’adolescente all’ascoltatore nostalgico amante del buon rock italiano.
L’album procede con la canzone “Nel silenzio”, dove si riprende il tema della mancanza e dell’abbandono, in quanto l’artista parla di continui giorni “senza di te”. Piacevole la melodia e anche i momenti di presenza solo strumentale. Decisamente piacevoli anche la decima e l’undicesima canzone, rispettivamente “Momenti” e “Invisibile Vampiro”, dove i temi dell’emergenza, della malinconia e della distanza vengono fortemente ripresi.
Giungendo alla penultima canzone, troviamo “Sospeso tra le stelle”, la canzone più lunga fra tutte le 13 tracce. Si tratta di 7 minuti e 37 secondi di canzone, dove i primi 2 minuti e 30 sono caratterizzati solo ed esclusivamente da strumenti, escludendo l’utilizzo della voce che arriverà in un secondo momento del brano, parlando con un’ipotetica persona che “ha guidato la sua vita” e a cui si rivolgerà per tutta la canzone. I protagonisti parlano con il loro ipotetico Dio: utilizzando sempre toni malinconici, affidando lo stato d’animo alla parte strumentale.
La tredicesima canzone, è proprio quella che regala il titolo a tutto l’album: “Apologia di un destino comune”. Il titolo parla da sé: parla del destino comune ormai a tutti gli uomini. La canzone è particolarmente intimistica in quanto è dedicata a “tutti quelli come noi”, dove la malinconia raggiunge il suo apice, volendo includere se stesso insieme agli auditori, ripromettendosi di non sprecare più il suo tempo e avendo preso consapevolezza dell’importanza di tutto ciò che stava intorno a lui.
a cura di Silvia
Track List:
01 – 2020
02 – Controcorrente
03 – Oltre la Tempesta
04 – Niente ha più senso
05 – Solo le Nuvole
06 – Incredibile Realtà (Feat. Michael Manring)
07 – Re-legati
08 – Di chi è la colpa?
09 – Nel Silenzio
10 – Momenti
11 – Invisibile Vampiro
12 – Sospeso fra le Stelle
13 – Apologia di un destino comune
Line up:
Franco Giaffreda: Voce, Chitarre, Flauto, Mellotron
Andrea Papini: basso
Walter Rivolta: Batteria
Data Release: 8 Febbraio 2021
Genere: hard rock/Prog/Cantautorale
Etichetta: NoiNessUNO Records
Link: