
>>Flavour: tra psichedelia, ambient e sperimentazione
Il progetto musicale Flavour nasce come tante altre band, 4 amici, un garage e tante jam sessions. Il tutto condito da entusiasmo e convinzione di proporre qualcosa di alternativo alle cover band. Tratto da un live tape del periodo è il primo album “Concerto psichedelico”(2001) registrato con qualità audio molto basso ma che riscuote tra il 2006 e il 2008 un buon riscontro di ascolti sulla piattaforma Myspace. Dopo lo scioglimento della band e un tentativo fallito di ricominciare nel 2006, il progetto Flavour riprende sotto forma di laboratorio virtuale di musica sperimentale, dove alcuni membri originali e collaboratori saltuari, tramite internet, danno vita ad alcune idee, poi concretizzatisi in album.
Nel 2008 c’è quindi Abstract like an Absence, album di passaggio dalle prime sonorità psichedeliche legate alla band alla sperimentazione, nel 2009 By hook or by loop, un elettronica minimalista basata solo su sovraincisioni di loop quasi a sottolineare il tema dell’ automazione e dell’impersonalità compositiva, poi nel 2010 Asrama che vede, omaggiando il tema della spiritualità, un ritorno alla psichedelia e all’ ambient, nel 2011 Kohmata 15, dedicato alla fantascienza, sempre tra ambient e psichedelia, nel 2012 Cooking breakfast for the queen, un chillout psichedelico con tema l’ambiente casalingo e in particolar modo la cucina.
Nel 2013 prendono forma due progetti, A red herring, un viaggio nella musica concreta e nella sperimentazione più estrema e Nyctophilia, che invece si presenta come un lungo viaggio onirico notturno, con largo spazio a soundscapes e effetti sonori.
Nel 2014 il nono album Flavour Cadres d’ horizons, abbraccia invece sonorità più melodiche in un piccolo omaggio, concettuale come tutto il resto, all’impressionismo francese. Nel 2016, dopo alcuni tentativi infruttuosi di ricomporre la band, vede la luce Flavour, l’album che chiude definitivamente i ricordi del passato. Si tratta difatti di un rifacimento del primo album, a distanza di 18 anni, con nuove sonorità e idee finalmente realizzate, pur senza la band al completo.
System failure ha ascoltato Flavour e queste che seguono sono le nostre impressioni a riguardo. In questo lavoro appuriamo la presenza di influenze ambient e tanta psichedelia. L’intro dal titolo Take-off 97 è sinistro ed enigmatico e trasmette tanto sgomento. Poi arriva la lunga Mad to mad e l’apologia del sinistro continua con sonorità alquanto pesanti, ruvide, marcate. Qui alcune sonorità fanno pensare ai The Cure di Pornography o Seventeen seconds mentre l’intro ci ha fatto pensare a Vangelis. Mad to mad riscalda il petto con le sue spirali sonore appassionate, con le suggestioni new wave e post-punk, con il suo beat magnetico. C’è tanta cupezza in questo pezzo. Ma c’è anche tanta passione, tanto tormento, espressi sotto forma di evoluzioni spesso ipnotiche.
Q.c.n.d.F. è graffiante e i suoi giri sono alquanto accattivanti. La musica di Flavour ci sorprende e non poco: è imprevista, è inaspettata, è opportuna per sconvolgerci dalla nostra ordinaria quotidianità. Dopo la metà in Q.c.n.d.F. c’è un cambio di ritmo significativo. Sus* presenta richiami progressive già ascoltati in parte anche nella canzone precedente.
Arriviamo quindi a Orange (never again) con le sue melodie affascinanti. Qui c’è tanta profondità, tanta poesia, tanto senso del vuoto, espressi con tappeti sonori di pregiata fattura. Come non pensare ai Pink Floyd ascoltando questa canzone. Orange (never again) offre mondi onirici e surreali di grande effetto e porta la mente a qualche decennio fa con la sua psichedelia. A Sort of Ritual è tanto malinconica, malinconia intravista sicuramente anche nel pezzo precedente. Qui una chitarra dai colori dorati ci porta un tocco di magia.
Poi arriva That’s all, Flavour (thanks for the colorful nothing) con i suoi 14 minuti e passa. Qui la psichedelia è attraente e procace e non possiamo che inebriarci con essa. Di nuovo richiamo ai Pink Floyd di alcune canzoni. E questo è solo l’inizio della canzone. Dopo i due minuti c’è una variazione che ci fa finire di fronte ad un burrone. Sonorità provenienti dallo spazio profondo ci assalgono e suscitano tanta paura. Con tali sonorità il pezzo arriva fino ai nove minuti dove torna tutto come all’inizio anche se, in sottofondo, ci sono ancora sferzate allucinanti. Dopo i dieci minuti finiamo in un limbo alquanto evocativo dal sapore arcano ed ancestrale. Ci avviamo verso la fine dove troviamo di nuovo melodie tanto sinuose e ammalianti. Questo è il miglior pezzo di questo disco a nostro giudizio. To plodo chiude il tutto con il suo minuto scarso. Qui troviamo suoni bambineschi e scintillanti.
In Flavour c’è tanta roba: è come sedersi ad un tavolo dove ci sono tante pietanze prelibate cucinate con gusto e maestria. Inoltre, in Flavour ricercatezza sonora e sperimentazione hanno un ruolo determinante. Allora, come non ascoltarli: ve li consigliamo vivamente!
I Flavour sono un viaggio onirico all’interno di abissi inesplorati. Nutrono l’immaginario dell’ascoltatore mostrandogli chiazze di colori sonori abbozzati su di una tavolozza sempre nuova, che rinasce e riprende vita, assumendo nuove forme e nuovi colori man mano che gli orizzonti sonori si dilatano e gli ascolti si moltiplicano. Quadri ambientali astratti eppure presenti, scavano a fondo e lasciano intravedere nuove luci.
Ascoltarli una volta per non separarsene mai.
grandi!