Farewell melody – Zero

“Zero” è un album diretto, crudo, figlio di pomeriggi passati a consumare “Nevermind” dei Nirvana, dove rabbia, senso di inadeguatezza e nostalgia trovano voce nelle ritmiche dei brani, tra ritornelli urlati e versi arpeggiati che ricordano il “Seattle sound”.

Con queste parole Farewell melody presenta il suo disco dal titolo “Zero”. Noi lo abbiamo ascoltato e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

La distorsione regna sovrana in Farewell melody! Non si può che cominciare così la recensione del loro “Zero” e “Now it’s over” è la perla che attesta chi è questa band e cosa intende essere. Tra grunge ed alternative metal i nostri si muovono e intendono scombussolare la nostra anima con il loro stupendo grigio graffiante dal sapore Nirvaniano o alla Melvins.

Altra perla da citare è “Sinner” che manda il nostro pensiero a qualcosa dei Green Day e capiamo sempre più che le coordinate di questa band “sporca e sudicia da garage” è da ricercare nei 90’s, quegli anni nei quali non sapevamo nulla di noi stessi perché eravamo perennemente persi e magnificamente dissoluti. A differenza di oggi non di “plastica” e “artificiali”: eravamo veri! Bello il passaggio d’arco nel pezzo. Ma forse l’orgasmo mentale “turpe” arriva con “Pain is real” dove il songwriting si impreziosisce ed offre il giusto appeal. Qua, come altrove, il mixing svantaggia un po la batteria: invece esalta il cantato e le distorsioni apocalittiche. Clamorosi alcuni riff alternative metal.

Di “If you stay” apprezziamo particolarmente l’esordio/arpeggio melodico(presente anche oltre). Altro arpeggio incantevole lo troviamo in “The light”, ballad struggente. E anche in “If you stay” torna stupendo l’arco che dona tanta ampiezza al sound come torna pure qualche impressione sonora alla Green Day(quelli melodici). Non mancano anche qui le solite distorsioni. Con “Let me out” si raggiunge finalmente la lacerazione completa del nostro petto e possiamo “sacrificare” il nostro cuore grondante di sangue sull’altare sublime del grunge. Come è indovinato lo scream di questa canzone: al posto giusto e dell’intensità giusta.

“Zero” dei Farewell melody è per noi che amiamo il bianco e nero distorto, quelle tonalità cupe del grunge che non ammettono alternative. Dopotutto chi non ha paura di essere scapestrato e splendidamente “vero” troverà in “Zero” la colonna sonora delle sue giornate sregolate, troverà in “Zero” le lame di coltello per lacerare le insulse “disposizioni” imposte dalla società borghese….

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