>>fabi//NO – We Can Love Her (ft. Ronnie Grace)

Un loop di batteria acustica filtrato, unito alla drammaticità tagliente della cassa-basso “808”. La chitarra acustica che si unisce a lead arpeggiati e sample pitchati in stile dubstep. Una linea vocale che, come un mantra ossessivo, si sviluppa sotto il segno della ripetizione, dipanandosi in un testo ambiguo e polisemantico. L’incontro tra la voce maschile e quella femminile. È il brano che segna il culmine della “fase 1” di fabi//NO e, al contempo, la necessaria premessa alla “fase 2”.

Ovvero, la transizione da una modalità di scrittura ancora incasellabile in categorie tradizionali ad un approccio più libero e sperimentale, che troverà la sua esplicazione nell’EP che abbiamo intenzione di pubblicare entro quest’anno, contraddistinto tra le altre cose dall’abbandono della lingua inglese in favore di quella italiana. Nel videoclip omonimo, girato per quanto concerne gli esterni tra le alture del Cansiglio pordenonese, questo senso di passaggio è sottolineato dall’”omicidio” simbolico operato dai “nuovi” fabi//NO nei confronti dei “vecchi” corrispettivi e dall’introduzione iconica delle giacche in jeans, oggetto-feticcio assurto a emblema del duo rinovellato.

fabi//NO è un’idea sussurrata nel 2013, cresciuta lentamente nel gorgo degli impegni, divenuta finalmente matura e operativa nel 2017. L’intuizione di un duo elettronico capace di fluttuare provocatoriamente tra i generi, frutto dell’incontro tra percorsi musicali e gusti all’apparenza inconciliabili.

Tommaso Fabi, un passato da chitarrista classico, ha calcato per anni i palchi di Friuli e Veneto come frontman di band blues rock. Paolo “NO” d’Andrea, bassista e tastierista autodidatta, ha partecipato a progetti di musica elettronica sin dal 2009, esibendosi nel tempo in vari palcoscenici del Friuli-Venezia Giulia.

In fabi//NO lo strumming acustico viene improvvisamente a patti con la criminalità della cassa-basso “808”, strumento simbolo delle scene trap e drill nordamericane; una poetica ermetica e formalista, vicina alle sperimentazioni del post-rock, si fonde con le atmosfere oscure e le ritmiche palpitanti del PBR&B canadese.

Nell’aprile 2017 il primo frutto: We Can Love Her. Non solo un singolo, realizzato con la collaborazione dell’emergente Ronnie Grace, ma anche un videoclip interamente autoprodotto con l’aiuto di pochi, fidati amici. In attesa dell’EP d’esordio, contraddistinto da una vena sperimentale e da una ricerca sonora ancor più spinte, alimentato dall’ossessione del minimalismo e segnato dal ritorno all’utilizzo della lingua italiana.