ENSLAVED – rinnovano il contratto con Nuclear Blast
Ci sono grandi motivi per festeggiare: gli ENSLAVED hanno di nuovo unito le loro forze con Nuclear Blast, che diffonderà ancora la musica degli avant-garde black metallers norvegesi in tutto il globo. La band e l’etichetta rinnovano quindi una collaborazione che dura ormai da circa dieci anni, culminata con l’osannato album “E”, uscito due anni fa.
Il membro fondatore e chitarrista Ivar Bjornson dichiara: “È con grande piacere che rinnoviamo il nostro contratto con Nuclear Blast! Hanno a cuore la nostra visione musicale, ma al tempo stesso hanno la forza di diffonderla nel mondo. Quando a tutto ciò si aggiunge un rapporto di amicizia con le fantastiche persone in America, U.K. e Germania, non potremmo chiedere di meglio. Avanti tutta!”.
Per festeggiare la notizia gli ENSLAVED presentano un nuovo fantastico video, ricco del loro immaginario atmosferico, in cui interpretano ‘What Else Is There’ della band electropop norvegese RÖYSKOPP. La canzone è una bonus track della versione digitale dell’ultimo album, “E”.
Formati a Bergen, Norvegia, nel 1991, gli Enslaved sono stati guidati da uno zelo evolutivo sin dall’inizio. Anche se sono emersi dalla nascente scena black metal norvegese dei primi anni ’90, il chitarrista Ivar Bjørnson e il cantante / bassista Grutle Kjellson hanno dimostrato un approccio ferventemente idiosincratico nel creare musica estrema. Stando alla larga dall’ingombrante conservatorismo dei loro coetanei e prediligendo un ethos capace di guardare oltre, la reputazione degli Enslaved è cresciuta rapidamente sulla scia di album straordinari ed epici come il loro primitivo ma insidioso debutto “Vikingligr Veldi” e il suo successore “Frost” (entrambi del 1994). Alla fine degli anni ’90, la band si era trasformata in una bestia selvaggiamente avventurosa e progressista: pur mantenendo sempre ben saldi i principi fondamentali e aggressivi delle proprie radici musicali, ma sempre più rapita dalle illimitate possibilità che la musica, nella sua interezza, offre. Ampiamente riconosciuti come una potente e feroce band dal vivo, gli Enslaved sono entrati nel XXI secolo, pubblicando gli acclamati “Below The Lights” (2003) e il suo rivoluzionario successore, “Isa” (2004). Facendo tanto parte del fiorente regno progressive rock e metal quanto mostrandosi fedeli servitori dell’underground metal estremo, i campioni di Bergen con il passare degli anni hanno pubblicato album diversi e stimolanti come “Vertebrae” del 2008 e “Axioma Ethica Odini” del 2010, che hanno ampliato l’universo musicale degli Enslaved, attirando innumerevoli nuovi accoliti lungo la strada.
Nel 2015, gli Enslaved hanno pubblicato il loro tredicesimo album in studio, “In Times”. Questo tour-de-force pregno di intensità prog ipnotica, sfarzo e magnificenza blackened, trasudava completezza, traghettando il gruppo verso le stravaganti celebrazioni del 2016, quando gli Enslaved hanno festeggiato il loro 25° anniversario con alcuni concerti davvero rivoluzionari che hanno esplorato tutte le ombre e gli angoli nascosti del colossale catalogo della band.
Nonostante si fermi raramente per respirare – non solo a causa del frenetico programma di tournée, ma anche a causa di numerosi progetti paralleli – la band nel 2017 è riuscita in qualche modo a mettere insieme un altro traguardo sotto forma del suo quattordicesimo lavoro in studio, elegantemente intitolato “E”. Un album pieno di momenti rivelatori, dinamiche da brivido e atmosfere squisite ancorché aliene, “E” ha messo in mostra una fresca formazione degli Enslaved attraverso canzoni che hanno portato la band in un territorio senza precedenti. Dai grandiosi e sfavillanti scenari di riff dell’apripista di undici minuti ‘Storm Son’ alla tempesta selvaggia e psichedelica di ‘Sacred Horse’ e la muscolare raffica di sax shoegaze del mostruoso ‘Hiindsiight’, ha rappresentato una dichiarazione tipicamente audace e impavida da parte del più fantasioso gruppo metal moderno e un emozionante passo in avanti che ha imbrigliato lo spirito del passato e lo ha lasciato libero in un turbine di immaginazione. Anche concettualmente, Enslaved hanno compiuto passi da gigante.
Dopo quattordici album e trent’anni di una carriera che non mostra segni di cedimento, impeto o brillantezza creativa, magica ed effervescente, gli Enslaved continueranno sicuramente ad evolversi davanti ai nostri occhi ed orecchie. Questa volta, tuttavia, persino il cielo pare non avere limiti. Più forti che mai e palesemente elettrizzati all’idea di essere in ottima salute, l’esistenza degli Enslaved non è mai stata così gratificante. E il meglio deve ancora venire.
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