Emma Grace – Wild Fruits and Red Cheeks

Sicuramente ha qualcosa di mistico ed orientaleggiante la musica di Emma Grace, musicista eclettica e sperimentatrice che ci diletta con violini, voci, viole e chitarre che si fondono con inserti electro, improvvise orchestrazioni e loops.

Alcune sue linee sonore nervose ed ansiogene, adatte anche per una colonna sonora cinematografica, possono mandare la mente subito al Philip Glass di “Naqoyqatsi”.

Il suo “Wild Fruits and Red Cheeks“, un album tanto psichedelico, ci ha stupito perché sembra non avere limiti…Quando la sperimentazione raggiunge un livello così ampio e pregiato la nostra anima rimane attonita, stordita dalle diverse sonorità che ascolta. Un’altra band alla quale pensiamo: i Sigur Ros. Naturalismo e romanticismo sono componenti talvolta predominanti nella musica della giovane artista che sembra arrivare da quell’alveo “metafisico” che ha prodotto talenti del calibro di Bjork o Grimes(pensiamo alla Grimes sperimentale di “Halfaxa” e “Geidi Primes”).

Ricercatezza sonora eccellente e una produzione sublime sono tra le migliori qualità di questo album unite all’inventiva senza limiti dell’artista. Anche il songwiriting è proprio niente male, anzi, tanto ricco e stimolante. Poi, come non notare la bravura nella composizione e nell’esecuzione…

Di certo non manca anche qualche tratto indie rock o folk rock nel disco in questione, un lavoro sostanzioso, un doppio album di diciotto tracce tra musica classica, indietronica, ambient ed electro. Considerata la lunghezza dell’album e lo sforzo creativo/sontuoso dell’artista di certo “Wild Fruits and Red Cheeks” è una sorta di manifesto del mondo sonoro dell’artista che dal suo “universo” trascendentale ci lancia “epifanie sonore” di rara bellezza.

Emma Grace con la sua anima coglie le vibrazioni dell’assoluto e ce le trasmette a noi sotto forma di musica attraverso un processo creativo incessante e scrupoloso. Come non innamorarsi all’istante della sua musica da camera, da salotto o molto adatta per immergersi in paesaggi immensi sia reali che immaginifici. Emma Grace è la “wild thing” dell’indie italiano, quel quid di “atipico” che va ascoltato mille e mille volte perché le sfumature sonore che ci offre sono davvero innumerevoli.

“Wild Fruits and Red Cheeks” va ascoltato assolutamente tutto di un fiato e richiede una “dolce malinconia” di base o comunque una propensione al “perdersi” molto spiccata. Allora saliamo su un veliero trascendentale tipo quello presente in alcuni Dylan Dog e immergiamoci totalmente nella dimensione sonora di Emma Grace…Il pericolo è quello di non tornare più… o tornare dopo una profonda catarsi e rigenerazione…