ELOISA ATTI: esce oggi EDGES, il suo disco di “americana all’italiana”

Esce oggi per Cose Sonore / Alman Music / Strade Blu Factory con distribuzione Self in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali il nuovo lavoro di Eloisa Atti intitolato “Edges”. Un disco di americana che mescola country, folk, blues, deviazioni jazz che sanno di legno e di polvere, ma apre anche squarci più evocativi dei cieli di pianura e s’intride di profondissime malinconie.

Eloisa Atti presenterà “Edgesvenerdì 9 marzo con un concerto al Teatro Petrella di Longiano (FC) che la vedrà sul palco insieme alla sua band.

Edges” è un disco di americana ma all’italiana, da parte di una sognatrice – così viene ritratta nella copertina della designer sarda Paola Cassano, come uno dei personaggi femminili del ciclo “Le Sognatrici” – che dopo aver attraversato molteplici mondi musicali arriva ad un’opera completamente dedicata ai suoni d’oltreoceano ma con un gusto melodico di casa nostra.

E’ un anomalo libro di racconti “Edges”, che lascia qualcosa d’importante a tutti, perché i sogni dei sognatori come Eloisa dicono cose vere, magari addolcite da una melodia e da una voce in seppia, ma portano una verità umana assoluta, come certe narrazioni di McCarthy o di Steinbeck.

Prodotto dalla stessa Eloisa Atti (per la prima volta produttrice di sé stessa), mixato a Tucson dal leggendario Craig Schumacher (Calexico, Devotchka, Neko Case) e masterizzato da Giovanni Versari (Grammy 2016 ai Muse per “Best rock album”), “Edges” raccoglie una serie di brani originali scritti in un arco di tempo di dieci anni, tutti da Eloisa tranne “Without you” e “Sleepy man” cofirmate da Marco Bovi. Fra gli ospiti Antonio Gramentieri alla chitarra (Don Antonio, Sacri Cuori), Thomas Heyman e la sua pedal steel guitar, Erica Scherl al violino e Tim Trevor Briscoe ai clarinetti, oltre a Enrico Farnedi e Riccardo Lolli ai cori e al maestro Michele Carnevali all’ocarina.

‘Edges – spiega Eloisa – è una parola inglese ricca di significato. Edges sono le estremità, i margini che racchiudono un’identità e al tempo stesso rappresentano separazione e contiguità tra mondi diversi, differenze drammatiche e vincoli indissolubili. Il mio disco parla di estremi, di limiti e di confini sotto diversi punti di vista.

Ci si muove dentro e fuori dai propri confini mentali, corporei, emotivi, in “Edges” per fare i conti con l’amore che finisce e la sensazione incantevole della rinascita. Ma anche col dolore e il rimpianto che rimangono dopo che qualcosa non è andato come doveva. Senza mai drammatizzare troppo, ma considerando il sogno come una dreamy land in cui cercare la propria verità. Perché in fondo “varcare i limiti è emozionante come un sogno”. E se lo dice una grande sognatrice come Eloisa Atti, c’è da crederle.

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