EDOARDO CHIESA: esce oggi il nuovo disco LE NUVOLE SI SPOSTANO COMUNQUE

Esce oggi in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali per Dreamingorilla Records / L’Alienogatto “Le nuvole si spostano comunque”, il nuovo disco di Edoardo Chiesa a due anni abbondanti da “Canzoni sull’alternativa”, il fortunato debutto a cui è seguito un tour di un centinaio di date. Edoardo presenterà il nuovo lavoro sabato 20 gennaio con un concerto allo Chapeau di Savona accompagnato da Damiano Ferrando al basso e Andrea Carattino alla batteria.

Anticipato dal lyric-video di “Dietro al tempo” e dal video del singolo “Il Filo”, “Le nuvole si spostano comunque” contiene dieci canzoni di cantautorato pop interamente acustico, chitarra-voce, basso, batteria e nient’altro, se non un’attenzione al dettaglio determinante e al calore del suono ottenuti con una registrazione in presa diretta e su nastro – quest’ultimo passato fra le sapienti mani di Luca Tacconi del Sotto il Mare Recording Studios di Povegliano Veronese (VR).

Power trio elegante ed emozionale quello del cantautore savonese: un suono modernista giocato su una tensione ritmica che si scioglie nel ritornello insieme ad una voce verace e leggermente screziata rispetto al passato. Un allontanamento dai suoni roots dell’esordio verso una concentrazione pop da manuale, la tradizione cantautorale nostrana ben presente, il basso a spargere buone vibrazioni marine. Un songwriting delicato ma intenso quando serve, la chitarra lieve come la seta, verso dopo verso quelle cinque-sei parole messe in fila come si deve, con la semplicità poetica delle nuvole e la bellezza profonda e immediata del mare. Di fondo un’inquietudine che sfocia in una serenità conquistata a suon di tracce come l’iniziale “Occhi” (una canzone d’amore, anzi una canzone sulla necessità dell’Altro) o la conclusiva “Un’altra vita” (brano che chiunque vorrebbe sentirsi cantare, con quel tanto di lieve semplicità che si porta dietro), mentre in mezzo alla tracklist “Il Filo” viene tirato per andare controcorrente rispetto alla superficialità social(e) e “Se fossi in te” si libera di quel rospo in gola causa da chi pensa di avere le risposte a tutte le domande. Insomma, “don’t worry, be happy” che tanto, in fondo, le nuvole si spostano comunque, no?

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