Diraxy – The Great Escape

Federica Manenti(voce), Dario Freddi(voce e tastiere), Marco Le Grazie(chitarra), Daniele Romanato(chitarra), Andrea Arrotta(basso) e Paolo Ossoli(batteria) sono i Diraxy, band progressive metal di Milano. Qui parliamo del loro album dal titolo The Great Escape, pubblicato nel 2017 con la label Fil1933. System failure lo ha ascoltato e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

Il disco parte con Overture, una sorta di intro enigmatico che ci offre subito sonorità tra progressive rock e metal, sonorità caratteristiche della band. Riff potenti, progressioni stupende e assoli di rilievo, le cose che saltano agli occhi in questo primo pezzo. Poi arriva Naschi, la quale, per sonorità, sembra continuare la canzone precedente. Qui c’è l’ingresso in scena della lead vocalist Federica Manenti con un cantato discretamente leggiadro che si poggia, tra l’altro, su arpeggi altrettanto soft e sulle tastiere. Insomma due pezzi da mettere insieme che formano una sorta di introduzione al disco.

Come terzo pezzo arriva Hideout dove possiamo apprezzare tanto progressive rock in salsa italiana che ci manda il pensiero a tante band: Area, PFM, Banco del Mutuo soccorso, solo per fare qualche nome. Dario Freddi alle tastiere è davvero prodigioso. Anche Marco Le Grazie e Daniele Romanato alle chitarre sono notevoli. Federica Manenti è davvero abile con il suo cantato, piena di talento. Incredibili i riff metal e il cantato quasi in growl di Dario Freddi. Per il sound complessivo progressive metal viene da pensare agli Opeth.

Hideout è seguita dalla splendida Fooling gravity, un pezzone progressive tanto entusiasmante del livello della canzone precedente. Qui ci sono più variazioni rispetto ad Hideout, un pezzo davvero labirintico. In Melek taus, come altrove, il cantato della vocalist ci fa pensare, a tratti, ad Alanis Morrisette di alcune canzoni. Qui la lead vocalist è tanto potente e profonda in alcuni passaggi sonori. Qui come altrove soli di chitarra tanto virtuosi.

Shelter è, in parte, una sorta di ballad tanto suggestiva ed incantevole. Non mancano nemmeno in questo pezzo “scariche” progressive metal. Parole simili possono essere usate per la successiva Shamal. Monsters, dopo il solo di Federica all’inizio, ci offre tastiere stupefacenti. La canzone si apre ed entra la solita batteria tanto robusta con gli altri strumenti. Canzone sicuramente tanto evocativa per i vari passaggi in assolo che creano tappeti sonori tanto suggestivi.

Verso la fine dell’album c’è la title-track The Great Escape un pezzo strumentale tanto convulso ed agitato con alcuni passaggi più melodici. Poi arriva la penultima Lie to me e qui la melodia sembra tanto dominare come nelle già citate Shelter e Shamal. Il tutto si chiude con The way out della quale è presente anche un video su Youtube. Canzone tanto lunga dall’ingresso ermetico ed oscuro. Il giusto “sigillo” per questo album, una sorta di sunto di quello che abbiamo ascoltato fino ad adesso. A nostro giudizio miglior pezzo della serie.

The Great Escape è manifesto del talento indubbio di Diraxy. I sei componenti della band ci mostrano, infatti, cose mirabili. The Great Escape appare come un viaggio da compiere con tanta concentrazione e meditazione per addentrarsi nel mondo sonoro ben congegnato da questa band. Il loro progressive in parte rock in parte metal è tanto ricercato e il loro The Great Escape va ascoltato tante volte per carpire le tante “sfumature sonore” presenti.