
Detevilus project – Reborn
In un serata abbastanza apatica ho messo play su questo disco e praticamente mi ha sconvolto la serata!?! Provo a spiegare perché…
Quando si cucina un risotto il maggior difetto è far scuocere il riso…quando si cucina una pietanza uno dei difetti è far mescolare i sapori magari ottenendo un qualcosa non tanto gradevole al palato. Ebbene usiamo queste metafore culinarie per rendere conto di “Reborn” di Detevilus project . Nel risotto ben cotto ogni chicco di riso “deve stare per fatti suoi con la storia sua”…Nel disco di Matteo Venegoni, alias Detevilus project, ogni suono e ogni pattern, per la maggior parte, è ben separato dall’altro ed in armonia con il tutto. Quando si cucina una pietanza alcuni ingredienti vanno preparati a parte per non mescolare i sapori: ognuno distinto dall’altro, come succede nel disco di Detevilus Project dove è stato fatto un importante lavoro di mixing. Ma non finisce qui….produzione sonora abbastanza buona, songwriting eccelso in alcuni pezzi come “Origins” per esempio o “Reborn”, entrambi presenti su Youtube con un video, songwriting e progressioni sonore a tratti davvero sbalorditive.
Un disco entusiasmante non c’è che dire quello di Detevilus Project, un disco che sembra la summa di tutte le band metal che ascolto da qualche anno. Provo a fare qualche nome: Gojira, Lamb of god, Jinjer, Infected Rain, Spoil Engine, Vintersea etc. Un disco che bilancia la potenza sonora del death metal con le arguzie del djent e del progressive metal con qualche pizzico di gothic, un disco con avvicendamento tra pattern spesso davvero ben congegnato.
Stupisce“Altered state” che mescola sonorità orientaleggianti con altre super marziali. Spicca anche “Cradle”, tanto melodica e sognante nel suo esordio con quei soli di chitarra preziosi che troviamo sparsi in tutto il disco. Come non nominare anche la gotica “Forgive us”: queste tre formano un trittico micidiale.
“Dark vibes” è una delle mie preferite, anche essa con un songwriting eccelso. Come non metterla insieme ad “Origins” e “Reborn”. Matteo Venegoni quando vuole scatena anche un invitante appeal che non dispiace, anzi. Inoltre “Warrior” sembra il completamento supplementare di “DarkVibes”, per alcune sonorità in comune.
Colpisce anche come si mescolano in “Mus” e “Carve the flesh” i soli melodici con i refrain pesanti come macigni. Implacabile poi “Only one”, non lascia proprio tregua…Il piano di “The mirror within” in esordio con refrain seguenti pure è un’altra “scheggia metal” di rilievo. Tra le migliori del disco questa insieme alle due seguenti.
Il Detevilus Project con “Reborn” ci offre la “sostenibile pesantezza del metal puro e crudo” misto a invitanti appeal melodici che conferiscono completezza e magia al tutto. Certamente ci sono pure margini di miglioramento: alcuni pezzi ed alcuni mescolamenti di pattern non convincono del tutto. Comunque “Reborn” è un lavoro di tutto rispetto di un emergente che da solo nel suo studio oltremodo artigianale ha deciso di metterci la faccia e con risultati che noi giudichiamo senza dubbio notevoli.
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BandCamp: https://detevilusproject.bandcamp.com/
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