Deathtune – Original sin

Prima volta che ascolto metal dall’Iran e nell’intro subito trovo qualcosa di orientaleggiante che manda la mia mente lontano fino a quelle terre. Poi arriva “Inundation of Truth” e possiamo subito saggiare la potenza sonora di questa band death metal con esplosioni sonore degne di nota. Troviamo un riffing importante e il growl/scream fulminante da parte di Babak Turkzadeh che accendono insieme il nostro animo. Saeed Ghadiani alla chitarra è una forza della natura e la sezione ritmica è tanto solida. Il songwriting rende la canzone tanto entusiasmante, davvero ben fatto. Parole simili possono essere usate per la produzione sonora. L’ispirazione groove metal mi fa pensare a band come Gojira e Lamb of god.

“Human Puppet” è un martello pneumatico e la potenza sonora si ribadisce sempre più. Il sound di questa band è inesorabile e poco lascia spazio alla melodia. Si mira tutto sul vigore che riescono a trasmettere gli strumenti e la produzione. Non mancano però oculate variazioni e stacchi che rendono il prodotto alquanto stimolante. La ritmica in questa band non è sempre superveloce come accade spesso nel death metal. Questo per incentivare l’importanza fondamentale dei riff e del cantato estremo del lead vocalist. Scrivendo queste parole stiamo ascoltando la title-track “Original sin”…

“The Flagellant, a Psychopath”, The Sacred Quisling e “A Planet of Overlords”, invece, sono più dinamiche/veloci ed arrembanti anche se si continua a seguire sempre lo “stilema” dominante nel disco. Qui come altrove alcune variazioni sono super indovinate e la cura nel “piazzare” i refrain è da manuale. Di “A Planet of Overlords” è stupendo il passaggio melodico ed atmosferico verso la fine e con questo i nostri ci dimostrano che sono bravi anche a proporre variazioni al tema.

Come si evince dalle mie parole il disco mi è piaciuto davvero un sacco e ora so bene che anche in Iran si fa del death metal cazzuto, sorprendente, “stupendamente terribile”…