Cauteruccio – La vera storia du Pigeon Boiteaux

La vera storia du Pigeon Boiteaux (La stanza Nascosta Records) della band aretina Cauteruccio, riuscitissima sintesi del migliore cantautorato italiano (quello di un certo Battisti, per intenderci) e pop-rock britannico è un album che emoziona dalla prima all’ultima traccia.

Proprio il forte impatto emotivo sembra essere la cifra stilistica del progetto Cauteruccio, ideato da Salvatore Cauteruccio al termine della sua esperienza con la formazione Telesplash, di cui era batterista e compositore-e suggellato dalla iscrizione a Musicultura 2017. L’attuale formazione della band vede Stefania Ceccarini alla batteria e ai cori, Diego Gnaldi al basso e ai cori, Matteo Paolucci alla chitarra e alle tastiere, Salvatore Cauteruccio alla chitarra e alla voce.

Il Secondo momento migliore dopo un incipit blues e un intro di chitarra ska nel corso della prima strofa, esplode nel ritornello in pieno stile alternative rock. 25 dicembre è un brano rock melodico, con una imponente presenza di pad di archi nell’arrangiamento. In Brutti, vero e proprio gioiello a livello testuale, colpiscono le chitarre distorte. Sorprendente Sintetica, che in soli 40 secondi passa dalla taranta alla sperimentazione electrorock. Seguono Amore sprecato, dal forte sapore cantautorale ed una ritmica incalzante sul bridge, le atmosfere fine anni sessanta di This song, la psichedelica Gli alberi, le suggestioni battistiane di Insieme a te e il pop rock accattivante di Siamo Sono Sei.

Il brano forse più bello di tutto l’album- ma è difficile stilare classifiche in un lavoro del genere- è Roma, non a caso scelto come primo singolo, e capace di emozionare fino alle lacrime. Sicuramente un album che, se solo troverà l’attenzione che merita, porterà alla ribalta la talentuosa band di Arezzo.