Carlo Cavalli lancia LOFI FRUITS BEATS
Abbiamo incontrato Carlo Cavalli, editore musicale che in questo momento sta lanciando con il suo team LOFI FRUITS BEATS, un progetto ad alto tasso di innovazione dedicato alla musica di qualità. “Svolgo l’attività di editore musicale da diversi anni ormai, dal 2001 per la precisione. Ho un trascorso in varie etichette discografiche e in questi vent’anni di attività ho collaborato con diverse major, fino a fondare diversi gruppi editoriali indipendenti”, spiega a chi gli chiede qualcosa delle sue esperienze. Il sito di LOFI FRUITS BEATS, lofitruitsbeats.com è poi attivo dal 17/3/23.
Cos’è LOFI FRUITS BEATS? È giusto definirlo progetto artistico e musicale collettivo?
Assolutamente sì! LOFI FRUITS BEATS è un progetto artistico e musicale che racchiude sotto un unico nome lavori di diversi artisti, compositori e beatmakers.
Sappiamo che LOFI FRUITS BEATS si occupa di editoria, produzione, editoria e distribuzione musicale. Ha ancora senso, nel 2023, occuparsi di questo tipo di attività? Non basta, per un artista, pubblicare da solo la propria musica su Spotify?
Ha decisamente senso fare il nostro lavoro. Il settore musicale è in continua crescita ed applicabile a nuovi formati, ad esempio gli NFT). Il mercato è vasto ed attivo e cerchiamo di tenere sotto controllo l’intera filiera: procacciando i migliori contratti con i DSP (che sta per Digital Service Provider, ovvero soprattutto siti di streaming come Spotify, Youtube o Apple Music, NDR), occupandosi dei diritti editoriali, dei diritti connessi (i cosiddetti “Neighbouring rights”), del rilascio licenze per le sincronizzazioni audio/video. A mio avviso, un artista non può avere interesse a pubblicare da solo sulle piattaforme digitali. Affidarsi ad una società come la nostra, che vigila su tutta la filiera, può fornirgli il vero vantaggio. Ovvero, avere più figure professionali dedicate che curano ogni aspetto della sua musica, garantendo la tutela dei diritti e dei guadagni.
Che tipo di musica proporrete con LOFI FRUITS BEATS?
Proporremo per la maggior parte musica Chill-Beat, Hip-Hop e musica da sottofondo. Tuttavia, va detto che è difficile dare un’etichetta precisa alla musica Lofi, perché raccoglie influenze e beat da tutti i generi (Chillout, Lounge, Hip-Hop, Jazz e persino Metal), nata per essere compagna perfetta durante le giornate, ottima colonna sonora della vita di ciascuno e che può adattarsi ad ogni stato d’animo, ad ogni momento della vita quotidiana e ad ogni momento della giornata.
Avete già un catalogo discografico o partite da zero?
Non partiamo da zero, abbiamo già un catalogo discografico raccolto negli ultimi due anni. All’interno oltre mille titoli, che prossimamente verranno distribuiti sulle principali piattaforme.
Mettete a disposizione degli artisti che lavorano con voi uno studio di registrazione, con attrezzature all’avanguardia e la possibilità di masterizzare in Dolby ATMOS 7.1.2. Il futuro della musica è quindi la “spazializzazione del suono”?
Certo, credo sia proprio così. Lo dimostrano Apple Music e iTunes, che già supportano il formato, anche grazie alla tecnologia d’avanguardia dei dispositivi mobili.
Da che parte sta andando il mercato musicale? Quali generi sono secondo te in crescita?
Se consideriamo la qualità artistica, il mercato è in stallo al momento. Poca creatività e parecchia mancanza di idee originali, tant’è che ora si tende per lo più a riarrangiare e fare rifacimenti di pezzi anni ’90. Generi in crescita: tutto il mondo Trap con influenze dance.
Come hai iniziato ad occuparti di editoria musicale?
Svolgo questa attività da diversi anni ormai, dal 2001 per la precisione. Ho un trascorso in varie etichette discografiche e in questi vent’anni di attività ho collaborato con diverse major, fino a fondare diversi gruppi editoriali indipendenti.
Ci sono spiragli per un vero e tangibile risveglio “artistico” dell’Italia dopo gli anni della pandemia?
Ci sono. O meglio, ci sarebbero se, come detto prima, si immettesse creatività nel mercato.
Cosa è migliorato e cosa invece è rimasto uguale nel settore musica dopo la pandemia?
E’ bello che molti compositori ed artisti abbiano potuto proporsi al pubblico. Somo invece rimaste troppo uguali a se stesse le strutture discografiche. Somo sempre più chiuse nei loro network di collaborazione e poco attente all’ampliamento del parco artisti. Per questo gli artisti si propongono e si fanno strada da soli, perché l’offerta delle label peggiora anziché migliorare. Noi, invece, siamo una realtà del tutto Indie che scommette sugli artisti e fornisce loro tutto il necessario, comprese figure professionali dedicate alla loro musica che sono curare ogni particolare di ogni release nei minimi dettagli.