Artiness Fog – Dogmatic Void

Artiness Fog è un progetto musicale indipendente nato a Partinico (Palermo) nel 2017, dall’incontro di due giovani compositori: Alessandro Salvia e Roberto Evola. Il primo è un cantante poli-strumentista fortemente influenzato dal sound della musica progressive e barocca, che hanno caratterizzato le sue produzioni passate. Il secondo, batterista poli-strumentista, è invece cresciuto nell’ambiente musicale metal e successivamente, avendo maturato una profonda passione per la musica elettronica, si dedica ad attività di “Home Recording” e all’apprendimento delle tecniche legate a questo. Il connubio di queste opposte personalità musicali, in cui l’estro creativo e gli elementi teatrali vengono plasmati in chiave minimale fondendosi a distorsioni pesanti, porta alla composizione e successiva realizzazione di brani demo inediti. Il sound così nato viene rappresentato in senso letterario in “Artiness Fog” (nebbia di pretese artistiche), ossimoro che rappresenta l’influsso di stili già descritto. L’anno successivo si aggiunge Andrea Conti, abile bassista nonostante la giovane età, il quale contribuisce alla rifinitura dei brani che verranno quindi prodotti in uno studio professionale. La produzione dell’EP “Dogmatic Void” si conclude dopo pochi mesi e viene pubblicato il 23 Aprile 2019, una volta completata la formazione della band con l’inserimento del chitarrista Francesco D’Anna.

Dogmatic Void è il primo Extended Play pubblicato dagli Artiness Fog, contenente cinque inediti di cui uno esclusivamente strumentale, realizzato in modo completamente indipendente. Il “Vuoto Dogmatico” è sempre presente all’interno dei brani, abbraccia e soffoca i protagonisti delle storie narrate, assumendo la forma di sentimenti mutevoli e sensazioni volubili. Uno dei cardini principali è rappresentato dalla religione e dagli orrendi eventi storici compiuti dall’uomo nel corso dei secoli, legati al dogmatismo e alle errate interpretazioni dei testi sacri. I personaggi affrontano realtà opprimenti prendendo consapevolezza delle ingiustizie e, consumati dalla disperazione e dalla paura, si perdono nel “Vuoto Dogmatico”. Una donna condannata ingiustamente al rogo riporta alla mente ricordi fugaci, aggrappandosi alla speranza di un futuro luminoso e senza pregiudizi; un pescatore abbandona il mare per partire come crociato in guerra santa, constatando sulla propria pelle la vergogna di aver sostenuto una causa così scellerata. Altro tema fondamentale che caratterizza il concept è la fragilità dell’animo umano, incapace di resistere al dolore provocato dalla perdita della persona amata, un vuoto che non può essere colmato. Un pantomimo proprietario di un circo perde la vista a causa di una malattia, il successivo abbandono da parte della moglie farà crollare la sua psiche. Il sound accompagna i temi trattati con distorsioni aggressive che si alternano a sezioni melodiche orchestrate creando un’atmosfera epica e teatrale. Le linee vocali sono da un lato spiccatamente graffiate e rabbiose, dall’altro morbide e malinconiche, nel tentativo di dare vita a personaggi smaniosi e dilaniati.

System failure ha ascoltato “Dogmatic Void“. Quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

Dopo “1095”, intro oscura del disco con le sue orchestrazioni, arriva “Everlasting Blame” con le sue voci corali iniziali alle quali poi si aggiungono un drumming e un riffing solido(chitarra e keyboard) e il cantato del lead vocalist Alessandro Salvia. Le sonorità sono tra alternative rock, progressive e baroque pop, le tre anime che compongono il sound della band. Incantevole il piano che porta sonorità vellutate che contrastano con il cantato fiammante di Alessandro Salvia.

“Shongau – Long Version”, della quale esiste anche un video fantastico su Youtube, è il pezzo da novanta del disco. Comincia con piano iniziale e cantato. Poi l’ingresso della keyboard e grande estensione vocale del vocalist. Poi pausa e partono tutti gli strumenti di gran carriera e quindi la canzone si apre e mostra riff ruggenti. Ancora variazioni che rendono il pezzo tanto interessante per un songwriting più che soddisfacente. Alessandro Salvia a tratti si scatena in modo incredibile.

Poi arriva “Mausoleum” con altro piano incantevole in esordio. Qui altre orchestrazioni che ci portano nel baroque pop. Il cantato tanto melodico del vocalist esalta il tutto. Produzione sonora niente male qui come altrove. Alcuni passaggi sono proprio toccanti. “Pantomime” chiude il tutto con le sue orchestrazioni iniziali che si intervallano a parti della canzone più robuste e scalmanate.

Produzione sonora niente male, appeal presente ma in ordine sparso, songwriting discreto e tanta inventiva caratterizzano “Dogmatic Void”. Per noi da 78/100. La sezione strumentale è abbastanza solida e supporta a meraviglia il cantato carismatico di Alessandro Salvia. Il baroque pop non arriva spesso su System failure e lo accogliamo a braccia aperte perché soprattutto contaminato da altre sonorità e sulla nostra webzine contaminazione e sperimentazione ricevono sempre il giusto premio.

https://www.facebook.com/artinessfog/

1 thought on “Artiness Fog – Dogmatic Void

  1. Ho appena ascoltato l’album sotto vostro consiglio e devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa! Trovo che abbiano un sound molto bello quanto innovativo, ed essendo appassionata del genere, nonostante sia stata una produzione “homemade” è davvero professionale, il video di schongau soprattutto: lo trovo ben strutturato e con una storia che è ben chiara è legata al contesto della canzone con la violenza delle donne al giorno d’oggi. Molto toccante. Per le altre tre canzoni niente da obiettare, belle tutte, anche se la mia preferita è Pantomime. Grandi ragazzi!

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