ALIA: esce il 25 maggio per PIPPOLA MUSIC il nuovo disco GIRAFFE
Sarà disponibile dal prossimo 25 maggio “Giraffe”, il nuovo lavoro di Alia in uscita per Pippola Music con distribuzione Contempo Records e Artist First.
Prodotto da Paolo Favati (Irene Grandi, Pankow e molti altri) e Marco L. Lega (Marlene Kuntz, Üstmamò), il disco arriva a quattro anni dal debutto “Asteroidi” (2014) e dopo la pubblicazione a dicembre 2016 del 45 giri digitale “La lista delle buone intenzioni”, a segnare un punto di svolta nel percorso artistico di Alessandro Curcio – questo il vero nome di Alia – verso una forma di pop d’autore più matura e compiuta.
Proprio come le giraffe le canzoni dell’album procedono con il passo leggero ed elegante di chi ha trovato una propria serenità sospesa fra la terra e il cielo, lungo una direzione verticale che parte dalle cose quotidiane per captare i segnali di un Oltre inconoscibile. Tuttavia, nel retrocopertina del disco (un art-work della pittrice Sheila Massellucci) le giraffe di Alia sono rosa, suggerimento discreto di un immaginario saldamente pop che procede per angoli smussati di melodie mai scontate e parole che incidono in modo poetico.
Il tutto viene poi rafforzato da un suono multistrato, ottenuto per via artigianale come si faceva una volta. Archi (Erika Giansanti), rhodes e synth (Fidel Fogaroli), elettronica, fiati, percussioni e chitarre – di Giuliano Dottori e dell’ospite Cesare Malfatti – impreziosiscono ogni episodio. Importanti anche le quattro voci di Patrizia Laquidara (nella title-track), Francesca Messina / Femina Ridens (in “Alessandra”), Martina Agnoletti dei Secondo Appartamento (“Verso Santiago”) e l’attrice Elisabetta Salvatori (che in “Sei donne” recita una poesia di Hilde Domin). Presenze che fanno di “Giraffe” un disco molto femminile.
Tracce come il funk melódico “L’attraverso”, “La teoria del colore” (che cita programmaticamente Umberto Bindi e Mango), la visionaria “Alessandra”, la canzone di protesta “L’india, i bambini”, il synth-pop di “Sei donne”, una ballad intensa come “Camaiore” o una “Madonna dell’Umiltà” arrangiata su una reminescenza Mina Studio Uno descrivono tutto il mondo di Alia. La sua capacità di parlare di temi “pesanti” come la caducità della vita, l’amore universale più deflagrante, il dolore e la sua umanità andando in profondità ma facendo luccicare la superficie. E soprattutto portando un’esperienza individuale ad un livello collettivo. In poche parole, ciò che dovrebbe sempre essere il compito della musica leggera: fare bene a chi ascolta, colmare gli squarci di vuoto di ognuno con qualcosa di buono. E chissà che le “Giraffe” di Alia non stiano lassù proprio per questo: cantarci canzoni cariche di verità sull’uomo e bellezza del mondo.
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