>>Stereo_wave si racconta a System failure

1)Benvenuti su System failure! Raccontate ai nostri lettori come si è formata la vostra band…

Ciao e innanzitutto grazie per l’intervista! Allora, siamo nati intorno al 2007 tra i banchi di scuola del liceo Scientifico di Teramo, quando io (Lorenzo) e Francesco capitammo casualmente vicini di banco (lui era quello bravo: mi misero a fianco a lui perché io facevo schifo). Ai tempi lui già ascoltava i Guns N’ Roses ed aveva i capelli lunghi, io ero musicalmente vergine. E niente, qualche mese in sua compagnia e mi ritrovai con i capelli lunghi, i pantaloni strappati e il chiodo ad ascoltare glam rock e a sognare di diventare una rockstar insieme a lui ogni santo giorno, invece di seguire lezione. Inizialmente facevo il batterista ma poi subentrò Davide, che è un mio amico di infanzia, che imparò lo strumento in men che non si dica e io mi spostai alla voce. Suonammo fino al 2011 (cover prima e pezzi nostri poi, arrivando addirittura a concepire il nostro primo EP “Deja Vu”), ma poi ci sciogliemmo perché poco motivati. Ri-iniziammo nel 2015 cambiando totalmente genere e, poiché il nostro ex-bassista si era dedicato ad altro, inserimmo anche Lorenzo, perché lo conoscevamo bene e sapevamo che possedeva un groove molto sanguigno. Ed eccoci qua, un anno dopo a pubblicare il nostro primo album!

2)Potete parlarci del vostro background musicale?

Il nostro background, come quello di ogni persona, è molto stratificato. Tuttavia, essendo cresciuti insieme, il background è la vera colla che tiene musicalmente unita la band. C’è un filone che più o meno ci accomuna, dal quale poi ognuno si discosta in qualche modo come più gli piace. Affondiamo le nostre radici nel campo del rock classico (Led Zeppelin, Deep Purple), del glam rock (Guns, Motley Crue, Skid Row) e dei Queen, ai quali abbiamo giurato amore eterno. Da quelli siamo passati al periodo alternative (dagli Alter Bridge a Jeff Buckley, dai Velvet Revolver ai Muse). Poi ognuno ascolta tanto altro: io personalmente, ultimamente mi sono appassionato molto alla scena underground italiana (Ministri, Blastema, MaDeDoPo, Motta) sia perché è il contesto in cui ci andiamo ad inserire sia perché l’ho riscoperto molto vivo: si dimena e combatte valorosamente giorno per giorno per non morire sotto i colpi della crisi del mercato discografico, dei format e dei talent show, ci sarebbe veramente tanto da apprezzare!

3)Come è nato il vostro disco Backup_ripristino? Come è stato registrarlo?

E’ nato e cresciuto senza particolari metodi pre-imposti. Ogni canzone del disco ha una storia a sé. Un paio di pezzi erano stati scritti in precedenza in lingua inglese e li abbiamo semplicemente riadattati al nuovo progetto. Altri sono stati scritti personalmente da uno solo di noi, altri ancora sono stati scritti da tutti e quattro, jammando in sala prove. Registrarli è stato da una parte un parto naturale, perché ogni volta entravamo in studio con l’ansia di dover fare più cose nel minor tempo possibile; dall’altra è stato emozionante vederlo crescere e migliorare giorno per giorno fino a che, come un figlio, l’abbiamo visto raggiungere l’obiettivo preposto. A posteriori, personalmente penso che si senta parecchio il ventaglio di generi, influenze e intenti che il disco ricopre. Ancora non so se sia una scelta giusta o sbagliata, in un mondo che pretende sempre di più che l’artista rivesta un ruolo diretto, ben preciso ed identificabile. Ma d’altronde abbiamo voluto che il disco non si ponesse limiti, in modo da sperimentare liberamente e capire quale fosse il nostro vero indirizzo. Sentiamo di avere veramente tanto da dare, dobbiamo solo cercare la giusta via per arrivare a più gente possibile, perché ogni arte, senza qualcuno che ne possa godere, è fine a sé stessa.

4)Ho letto che il video di Dimmi che fare, brano del disco appena citato, è stato trasmesso da RockTV? Che emozioni avete provato a vedere il vostro video su questo canale?

Si, grazie a un concorso su Facebook abbiamo vinto l’RTV pass per una settimana. E’ stato veramente strano vederci li, personalmente pensavo mi sarei emozionato di più. E’ più che altro l’idea di essere andati sul canale storico della musica Rock che mi ha veramente reso felice. Significa che stiamo in qualche modo funzionando. Piccolo aneddoto: ad una festa di laurea qualche giorno fa, ho incontrato un amico di Sulmona che non vedevo da tempo. Mi ha detto che non ci aveva mai sentito e che aveva apprezzato molto il video di Dimmi che fare. Quando però mi ha specificato che non lo aveva visto su Facebook ma che lo aveva beccato per caso su RockTv dove mi aveva riconosciuto e dove era rimasto quasi sbalordito dall’impatto, beh lì mi sono veramente emozionato. Perché sai, spesso, soprattutto per noi che siamo agli inizi, la gente tende ad ascoltarti su Facebook perché tu sfrutti un canale che in qualche modo li forza ad ascoltare cosa tu vuoi proporgli. C’è una sorta di in-naturalezza. Mentre andare liberamente su una TV che trasmette solo rock ed essere ascoltati e apprezzati da patiti del settore, ha tutto un altro sapore.

5)Tornando al disco…come è stato lavorare con Pete Maher?

Pete è fantastico. Ce lo consigliò il nostro fonico e ormai amico Davide Grotta (che colgo l’occasione per ringraziare) mentre sfogliava le pagine del suo sito. Pete propone prezzi stracciati per i mastering dei musicisti indipendenti in modo che anch’essi abbiano diritto ad un lavoro ben fatto e con una grande firma. Ovviamente abbiamo fatto tutto online e, non sto neanche qui a dirlo, Pete vanta una professionalità e una gentilezza grandiosa. Pensare che una persona così tranquilla e alla mano abbia masterizzato lavori di U2, Jack White, Jimmy Page e che parallelamente abbia permesso a quattro giovani squattrinati di ricevere lo stesso trattamento, mi spinge a dire che queste sono le piccole ma importanti vittorie della musica puramente intesa su tutto il sistema economico capitalista della musica internazionale.

6)Quale è la canzone di Backup_ripristino di cui siete proprio fieri?

Qui si potrebbe aprire un lunghissimo sermone, dato che ogni volta stiamo a discutere su quali siano i brani più o meno riusciti dell’album. E ognuno ha le sue preferenze. Forse concordiamo tutti su Sodoma, che è l’unico brano dove c’è stata una approfondita ricerca musicale su strutture e arrangiamenti. Ed è anche quello più ricercato, a nostro avviso.

7)Dove vi vedete fra 5 anni?

Sicuramente staremo suonando a San Siro per un SOLD OUT sopra un palco da un milione e mezzo di watt di fronte a un pubblico che canta selvaggiamente Equilibrio Instabile insieme a noi. Troppo? (Ride) Sinceramente, anche se credo molto negli Stereowave, provo una fortissima insicurezza nel dire cosa saremo fra 5 anni. Sicuramente, dato che siamo molto oggettivi, se un giorno ci renderemo conto che non è andata come doveva penseremo vie alternative. Fino a quel giorno ci proveremo in tutti i modi e fino all’ultimo respiro.

8)Con chi sognate di suonare un giorno?

Proprio un sogno sogno sogno? Beh moriremmo felici se incontrassimo Brian May di persona. Figuriamoci a condividerci il palco!

9)Cosa bolle in pentola per Stereowave?

Quello che dobbiamo fare adesso è suonare dal vivo. E’ la nostra priorità. Spostarci magari dalla piccola realtà dove ci troviamo ci piacerebbe tanto, ma per farlo abbiamo bisogno di qualche figura professionale che ci aiuti nell’organizzare concerti altrove. Purtroppo spesso se non hai già un seguito che attesti che puoi funzionare dal vivo, non ti considerano nemmeno. Quindi è un cane che si morde la coda: per farti un seguito devi suonare in posti dove per suonare devi avere un seguito. O i soldi. Ma considerando che per fare il disco ci siamo indebitati fino ai capelli non credo sia il nostro caso.

10)Per finire, un appello ai nostri lettori…

Beh ragazzi, che dirvi! La musica non è solo quella da 800000 views su youtube. Nell’underground c’è un mondo intero da valorizzare, aldilà di noi. E questo mondo purtroppo pian piano soffoca sotto le sferzate mediatiche dei grandi artisti, che spesso pubblicano musica per inerzia intasando il mercato discografico, o dei giovani che vanno ai talent show, burattini del sistema discografico contemporaneo. Se volete bene alla musica italiana siate curiosi: il web ci permetterà di scoprire tantissime realtà nascoste che possono regalarci molto più di quanto immaginiamo e che, se non supportate, scompariranno insieme alla possibilità di migliorare, per quanto poco, la musica italiana.

 

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