>>Moro & the Silent Revolution – High & Slow

Moro & the Silent Revolution è una band folk-rock. Oggi parliamo del loro lavoro dal titolo High & Slow che comprende ben 23 canzoni ed è diviso in tre parti: High, Slow e Silent. Diverse sono le sonorità che troviamo nelle tre parti: c’è folk-rock, c’è country, c’è post-rock, ci sono anche suggestioni elettroniche.

System failure ha ascoltato High & Slow e queste che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo. Ready steady go presenta suggestioni folk rock con onde sonore di luce smagliante. Deputy Brother è dolce e delicata e presenta altre suggestioni di grande fulgore: arpeggi di chitarra amabili contraddistinguono questo pezzo. Going Down continua nel solco delle precedenti ma rispetto alle altre due mostra più passione e trasporto. Poi arriva Leftovers, una sorta di “cavalcata folk-country” che sa trasmettere tanta energia positiva. Beautiful Freaks è soave e profonda e porta la mente in luoghi aperti e assolati. Sisters Of Mercy presenta una linea di basso che si fa sentire abbastanza nel suo essere tanto ruvida e prominente. Anche Tense, in parte, presenta delle sonorità alquanto ruvide. Qui l’eco degli anni 70 del secolo scorso è lampante. Truce celebra un’ascesa graduale fine ed elegante nella quale non mancano dei sussulti sonori di grande rilievo. Words chiude la parte High con suoni alquanto armoniosi.

Il primo pezzo della parte Slow si chiama Homegrown e qui arrivano le sonorità elettroniche su citate. Il beat di questo pezzo è proprio coinvolgente e ben si sposa con un cantato proprio accattivante. All The Stars è viscerale, è oltremodo profondo e sa rapire tanto l’ascoltatore. Dalla prima alla seconda parte del disco c’è un salto considerevole e sembrano due album abbastanza diversi fra loro. Someone presenta onde sonore dorate che risultano tanto emozionanti all’ascolto. In questa come nella canzone precedente sembra nitida l’influenza dei Radiohead. Invece Low offre tappeti sonori e un cantato poetici e malinconici. Sembra di scendere sempre più in basso con questo pezzo. Nel solco della precedente è anche Gone, breve ed intensa come una fiammata. Anche qui i Radiohead si fanno intravedere. E con Gone si chiude la parte Slow, una parte che invita a fermarci ad assaporare l’abisso dopo le sferzate sonore esaltanti della parte High.

La parte Silent, parte strumentale, si apre con Stand still, un pezzo nel quale ci vediamo sia del dream-pop che dell’indie rock, un pezzo di grande leggiadria. Segue April e qui le “pulsioni elettriche” sono dominanti. April sembra molto più aperta e distesa della precedente per le sue atmosfere tipicamente ambient. Siamo arrivati a Morning sun e qui il viaggio intrapreso schiacciando il tasto play ci porta in un luogo idillico e solare. Saint è intima e toccante e ci riscalda il petto con le sue note ammalianti e quantomeno sgargianti. Country lights porta tanto amore e poesia e sembra completare il pezzo precedente. In questa parte del disco è privilegiata un’aspirazione intima e profonda, un’ispirazione di grande effetto che disegna paesaggi sonori magici. Queste parole sono molto chiare se ascoltiamo anche Orange Room oltre ai pezzi già citati, pezzi tutti questi di pregiata fattura e di notevole eleganza. Lie to me propone guizzi sonori vibranti e cori che suscitano tanto fascino e malia. Poi si arriva ad Once upon a tree e qui la magia e l’incanto sembrano lacerarci il petto per la loro intensità. Travel memory chiude il tutto con un’atmosfera rasserenante.

Il viaggio nell’universo sonoro di Moro & the Silent Revolution: High & Slow è un viaggio per sognatori, per coloro che amano vivere la vita istante per istante…