Intervista a Essenza

Oggi intervistiamo gli Essenza: risponde Carlo, chitarrista e voce della band.

1)Benvenuti su System failure. Come è nata la vostra band? Suonate anche in altre band? Raccontateci tutto…

Innanzitutto ti ringrazio per l’intervista. Per una band come la nostra il supporto della stampa libera e specializzata è fondamentale. La band è nata nel lontano 1993, in un piccolo paesino del leccese, per un’idea mia e di mio fratello Alex (bassista e seconda voce nella formazione). Avevamo intenzione di creare della musica nostra, e cercavamo spazi per dare sfogo alla nostra passione per il rock duro. A noi due si è aggiunto negli anni Paolo Colazzo, alla batteria. Siamo quasi alla soglia di 25 anni di attività, ininterrotta, anni nei quali abbiamo suonato in lungo e in largo per l’Italia, come apertura di altri artisti (Alcest, Ektomorf, Pino Scotto, Death SS, Sinister… ) e come headliner, producendo una ricca discografia con etichette nazionali ed estere! Il progetto Essenza è il nostro impegno musicale principale, o almeno in ambito hard & heavy… Alex e Paolo infatti sono spesso impegnati su altri fronti: Alex come ingegnere del suono, Paolo come turnista (Andrea Braido, Kee Marcello, e tanti altri). Una delle più belle soddisfazioni che abbiamo raggiunto negli ultimi anni è stata quella di poter firmare dei prestigiosi contratti di endorsment: io ed Alex siamo nella scuderia B.C. Rich, Paolo è artista ufficiale della Vater drumsticks!

2)Come è nata in voi la passione per la musica?

Sia io e mio fratello Alex, che Paolo, abbiamo avuto la fortuna di avere genitori con la passione per la musica, seppur con gusti e stili diversi. Sono ormai convinto che l’abitudine all’ascolto e la disponibilità di strumenti musicali in casa, qualsiasi essi siano, possa far esprimere meglio e più precocemente l’amore per la musica suonata. In effetti, abbiamo cominciato tutti da bambini a strimpellare, a prendere lezioni, a esibirci…poi qualcuno di noi, in particolare io ed Alex, siamo andati avanti come autodidatti, Paolo invece ha proseguito gli studi diplomandosi in percussioni e dedicandosi anche all’insegnamento poi. Parlando più direttamente di me… ho inseguito il sogno di suonare la chitarra elettrica in una band grazie alla forte attrazione che ha esercitato su di me il mondo dell’heavy metal… Sono diventato un fanatico del genere quand’ero adolescente, senza mai più riuscire ad uscire dal tunnel, ah ah ah! Dischi, concerti (dalle grandi arene ai piccoli locali di provincia) sono diventati il mio pane quotidiano!

3)Mi nominate 3 album che hanno cambiato la vostra vita?

Megadeth “Countdown to extinction”, Black Sabbath “Black Sabbath”, Extreme “III sides of every story”. Tuttavia…la mia lista di album fondamentali ne contiene moltissimi altri… e ognuno degli altri elementi della band ti darebbe comunque tre titoli diversi dai miei! Abbiamo ascolti vari e a volte trasversali…e questo credo sia stato importante nella definizione del nostro sound ed il nostro stile.

4)All’inizio il vostro sound presentava sonorità blues, hard-rock e rock and roll. Dopo siete passati a sonorità melodic heavy metal e hard rock. Perchè questo cambiamento? Cosa ha dettato questa scelta?

Quando abbiamo cominciato a scrivere la nostra musica e ad esibirci nei locali avevamo l’obiettivo di comporre del rock duro ma in italiano… le nostre maggiori fonti di ispirazione erano le band dell’ondata settantiana (Deep Purple e Black Sabbath su tutti), ma anche tante rock e prog-rock band italiane. Poi l’evoluzione è stata naturale, non abbiamo deciso niente a tavolino…ma concerto dopo concerto, disco dopo disco… ci siamo ritrovati ad aver indurito il suono e a privilegiare aspetti profondamente influenzati dal thrash e dal power metal. Il disco manifesto del cambiamento è stato “Devil’s breath”, il primo inciso con Paolo alla batteria, cantato in inglese (prima volta per noi) e pubblicato dall’etichetta olandese BigMud Records. La cosa ci è piaciuta…tant’è vero che riteniamo il nostro ultimo “Blind Gods and Revolutions” un disco di conferma e affinamento del nostro carattere in musica.

5)Nel 2014 avete pubblicato Blind Gods and Revolutions. Come è nato questo album? Chi ha curato il songwriting e chi gli arrangiamenti? E’ stato difficile registrarlo?

Il disco è nato sulla scia del precedente “devil’s breath”, uscito nel 2009, disco che ci ha permesso di ampliare i nostri orizzonti fuori nazione e di credere che le nostre idee compositive potessero realmente essere apprezzate fuori dai confini locali. Le idee di partenza per ogni brano partono sempre da me, metto assieme riff, ritornelli e linee melodiche, bozze di parti soliste…e mi presento con tutto il mio materiale in studio. Ogni pezzo viene poi studiato e…demolito da Alex e Paolo, personalizzato in ogni dettaglio, ed arricchito fino alla forma che più ci soddisfa. Dedichiamo molto tempo al songwriting e alle registrazioni, non ci siamo mai imposti tempi stretti…certo, tutto questo è possibile grazie al fatto che registriamo negli studi di registrazione di proprietà di Alex, che è anche il nostro produttore, oltre che bassista!

6)C’è una canzone che preferite di Blind Gods and Revolutions?

Non mi so decidere, mi piacciono tutte per motivi diversi: “bloody spring” per il significato sociale, “time” per la carica del riffing, “plastic god”, per la stranezza, “seagulls in the night”(video sopra), perché è inusuale per noi (è una ballad acustica!), “the fury of the ancient witch” perché basata su una leggenda popolare del nostro basso Salento, “the song inside” perché l’abbiamo idealmente dedicata a metallari e rockers più o meno famosi e agli appassionati di rock che trovano nella musica evasione, passione, forza necessaria per andare avanti.

7)Quali sono le vostre influenze musicali?

Difficile incanalarle univocamente. Direi che siamo ispirati da diversi filoni: quello dell’hard rock settantiano, quello dell’heavy melodico alla Van Halen, Riot, e uno più thrash che vede i suoi punti di riferimento in Megadeth, Annihilator, Rage.

8)In quale festival italiano o straniero sognate di suonare?

Sogno il Wacken… ma puntiamo a qualsiasi fest possa farci arrivare a comunicare con un pubblico sempre più vasto.

9)Per finire, quali sono i vostri progetti per il futuro?

Tanti progetti, che speriamo di riuscire a realizzare a breve… per esempio, ristampare qualcuno dei nostri vecchi dischi in italiano per festeggiare i 25 anni di attività; suonare una lunga serie di concerti invernali, possibilmente toccando anche il centro ed il nord Italia (ci stiamo lavorando) e specialmente… pubblicare a breve il nostro nuovo video ufficiale, per il brano “the fury of the ancient witch”, che è da poco in lavorazione…

Io ti ringrazio ancora, a nome degli Essenza e di tutte le band underground come la nostra, e invito tutti i lettori a venire a trovarci sui social o sul nostro sito ufficiale, ma preferibilmente a sentirci on stage… e a seguire le nostre attività future! Stay strong!

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